lunedì 28 settembre 2009
Un'immagine prima della partenza..
domenica 27 settembre 2009
...il BIKE HOSPITAL in pistaaaaa..
martedì 22 settembre 2009
giovedì 17 settembre 2009
LA FRIZIONE
Ci sono dispositivi sulla nostra moto, che assomigliano un po' a noi.Prendi la frizione, per esempio: un'opera d'arte della meccanica, un'apparecchio geniale. Fino a che non lo si apre forse non ci si rende conto della sofisticazione con cui è costruito. E nonostante tutto, senza il supporto di alcuna diavoleria elettronica: tutto ciò che la frizione fa per noi, lo fa basandosi su squisiti e rigorosi principi meccanici, sissignore.Dopo aver svitato la leva del cambio, svitiamo il carter e la frizione è subito lì.Sulle prime non capiamo come possa lavorare, visto che l'aspetto è un po' criptico.Ci sembra un ammasso di lamiere circolari con un dado che le tiene insieme, ma soffermandoci un attimo, capiamo che non è davvero tutto lì.La frizione è la parte più diplomatica della nostra moto, il meccanismo più umano e quello che fa più fatica. E' lì per ovviare ai nostri errori, per mediare tra la violenza del motore e l'effettiva necessità che noi abbiamo di usarla.Si governa facilmente, basta tirare una leva sulla parte sinistra del manubrio, ma dietro questo movimento che facciamo senza pensare, c'è una serie di perfetti sincronismi che si muovono in matematico coordinamento.Il cavo fa alzare la molla spingi disco e consente alle molle di separare i dischi che in questo modo si allontanano gli uni dagli altri.Tanti dischi che lavorano ad attrito, si allontanano di qualche millimetro e isolano la primaria. E' lo stato del "folle", questa misteriosa dicitura che io da piccolo pensavo che corrispondesse a quando la macchina o la moto andava fortissimo, appunto a velocità FOLLE. Ma non era così, non poteva essere così: anche se in effetti, la parola FOLLE è giusta anche in questa accezione, perchè si tratta di quando il motore può girare anche a velocità pazzesca, ma senza servire a nulla, visto che manca il collegamento tra la primaria e il cambio e quindi la ruota resta ferma. E' il motore che gira come un PAZZO, ma senza effetti utili, quindi gira come un FOLLE.Chissà se poi è davvero questa l'etimologia.Resta il fatto che la frizione ci lascia il tempo di staccare e di ripensare a come stiamo andando. Ci aiuta se abbiamo sbagliato marcia, se ci siamo insabbiato o infangati. Ci trae di impaccio se dobbiamo partire in salita.E' umana, la frizione. Ma come tutte le cose umane, non possono essere usate sconsideratamente, altrimenti si rompono, o si surriscaldano e devono rimanere "convalescenti" per un paio di notti a rinfrescarsi. Poi se siamo fortunati, funzioneranno di nuovo e saranno in grado di riportarci a casa.Quando rilasciamo la leva della frizione, (che non deve essere molle come un fico ma bella dura, da uomo), il selettore delle marce ha già fatto il suo lavoro e ha posizionato una nuova ruota dentata sull'ingranaggio della primaria, modificando il rapporto e facendo cambiare marcia, o in su o in giù.Piano piano, accompagneremo questa nuova marcia e lasceremo che l'attrito del pacco dischi della frizione, riprenda a lavorare facendo passare il moto e la forza su di se, per scaricarsi sulla ruota.La mia frizione non funzionava bene ultimamente.Chissà, forse anch'io non lavoravo bene come mediatore. Ero troppo duro, brusco, non agevolavo i cambi di stato, i passaggi che la vita mi chiedeva.Quella frizione che non andava, sembrava proprio una metafora della mia vita in quest'ultimo mese.Io e il Magni le abbiamo provate tutte: regolando, registrando, stringendo e allentando. Cambiando olio e tirando i leveraggi delle marce.Ma niente sembrava funzionare. Ne io nè lei avevamo alcuna intenzione di riprendere a funzionare come si deve.La frizione era dura, brusca, improvvisa. Da ferma si bloccava e non era possibile mettere il folle. Facevo un minuto di tacco e punta ad ogni semaforo, senza risultato. Proprio come quando discutevo per ore, senza arrivare da nessuna parte.E allora l'altro giorno sono andato dal Magni con un'altra frizione.Quando le cose non vanno, ci siamo detti, bisogna mettersi tranquilli e riprendere tutto daccapo.Era un martedi pomeriggio, caldo e assolato.Nella via Colletta non passava nessuno e anche le vecchie case grigie inizio secolo sembravano aver bisogno di riposare per una meritata siesta pomeridiana.Il Magni mi ha mandato a comprare una bottiglia di tè in panetteria e ci siamo messi lì.Lui lavorava veloce e tranquillo. Io guardavo e ogni tanto gli passavo qualche chiave.Intanto parlavamo di quello che capita nella vita, di come vanno le cose, di come bisognerebbe prenderle, magari.E la frizione piano piano, veniva rimontata con nuove molle, più morbide, con dischi più grandi che davano più attrito.Dischi che mi avrebbero lasciato cambiare con più dolcezza.La stessa che poco per volta - capivo - avrei dovuto mettere anche nelle mie cose, con un po' più di distacco, di tranquillità, di generosità, perchè no.In un'ora e mezza, poco meno, la nuova frizione era cambiata.Il Magni accese la moto e registrò il cavo.Poi mi chiese di provarla, ma io già sapevo.Il problema era risolto.Ingranai la prima, poi rimisi in folle. Poi ingranai ancora la prima, la seconda e poi tornai ancora in prima. Poi mi rifermai in folle, dopo aver fatto una ventina di metri senza casco, davanti all'officina in via Colletta.La frizione era a posto.E forse anch'io.
Scritto da un poeta della meccanica!!!
Scritto da un poeta della meccanica!!!
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